FUOCO AMICO di Abraham B. Yehoshua

Autore: Abraham B. Yehoshua

Traduttore: Alessandra Shomroni

Editore: Einaudi

Collana: Super ET

Anno edizione: 2009

Formato: Tascabile

In commercio dal: 19 maggio 2009

Pagine: 399 p., Brossura

EAN: 9788806197698

“Ecco, – dice Yaari abbracciando forte la moglie, – qui dobbiamo salutarci, – e con una stretta al cuore le consegna il passaporto controllando che non manchi nulla di tutto quello che vi ha infilato dentro: la carta d’imbarco per il volo successivo, il biglietto di ritorno per Israele, il modulo dell’assicurazione medica e due compresse per l’ipertensione.”

All’inizio del romanzo incontriamo Daniela e Yaari, insegnante di letteratura inglese e ingegnere esperto in ascensori, un’affiatata coppia di sessantenni di Tel Aviv che si salutano all’aeroporto. Contravvenendo alle loro abitudini, trascorreranno otto giorni lontani, gli otto giorni delle festività di Hanukkah.

Lei andrà in Tanzania, a trovare il cognato e lui rimarrà in Israele ad occuparsi di figli, nipoti e dell’anziano padre, oltre che del suo lavoro.

Il romanzo è strutturato in otto capitoli, quanti sono i giorni in cui si svolge la narrazione, quante sono le candele che si accendono durante la festa più amata in Israele e nelle comunità ebraiche.

In ogni capitolo, poi, i paragrafi si alternano con le due voci dei protagonisti, Yaari e Daniela, in un vivace avvicendarsi di brevi narrazioni che costituiscono una specie di duetto (sottotitolo del romanzo), un dialogo muto in grado di ricomporre il loro stare lontani fisicamente in un continuo scambio di pensieri, in una polifonica narrazione costituita dalla voce dei due coniugi.

Daniela parte per la Tanzania per incontrare Il cognato, Yirmiyahu, e per vivere con lui più intensamente il dolore per la perdita della sorella. Ma Yirmiyahu non vuole tornare a vivere in Israele, rifiutando tutto ciò che da lì proviene, ed è anche deciso a tenersi lontano da tutto ciò che gli ricorda il suo essere israeliano. Qualche anno prima suo figlio è stato ucciso durante un’azione nei territori occupati, vittima di “fuoco amico” da parte del suo stesso esercito.

Dai racconti e dalle reazioni di Yirmiyahu  si evince il pensiero dello scrittore: è il perenne conflitto arabo-israeliano, è l’essenza stessa di Israele che viene messa in questione attraverso la sofferenza del cognato di Daniela.

“Sintetizza in una frase l’obiettivo ultimo della vita: fare il possibile per lasciare questo mondo senza lamentele né amarezze.”

Mentre Daniela comprende a poco a poco il punto di vista del cognato, senza comunque però condividerlo, Yaari a casa cerca di prendersi cura di tutta la sua famiglia, tutti bisognosi, ciascuno nel suo modo specifico, delle tenere premure dell’uomo.

“Il dolore della perdita, anche se stemperato dalla dolcezza della nostalgia per gli anni in cui era giovane, lo sommerge, e Yaari stringe il corpicino del nipote per infondergli sicurezza sulle note della musica di Mozart.”

A ciò si aggiunge  un problema lavorativo: il vento entra nel vano ascensore di un grande palazzo, provocando dei suoni angoscianti. Un difetto di fabbricazione dell’ascensore oppure un errore nella costruzione dell’edificio? Yaari cerca di capire l’origine di questi strani suoni e risolvere il problema.

“Le crepe producono suoni diversi e dissonanti, come le canne di un organo gigantesco senza la guida di un musicista.”

“Fuoco amico” è un romanzo che solo apparentemente narra delle vicende quotidiane riguardanti la famiglia di una coppia di israeliani di mezza età; in realtà i livelli di lettura sono molteplici, l’autore, attraverso la sua scrittura delicata e ironica, si interroga sull’identità del suo popolo e sull’utilità di certe scelte politiche.

È denso di simbolismo e significato: in ebraico “ruach” significa vento, che spira sempre dal deserto israeliano, il vento che invade le cabine degli ascensori,  ma anche spirito, lo spirito di un popolo, di più popoli, del mondo. E lo spirito dei morti che non dà pace ai vivi…

Il romanzo è ricco di spunti letterari, religiosi, politici e culturali, analizza uno spaccato della realtà israeliana e non solo.

Un’opera dal ritmo lento che va letta altrettanto lentamente in modo da poter cogliere ogni sfumatura, una lettura intensa e piacevole, che avvolge il lettore in una spirale di emozioni.

“Sopra di lei stelle africane sconosciute rendono irriconoscibile la Via Lattea della sua infanzia, trasformandola in un fiume scrosciante e spumeggiante che irrompe dalle profondità del cosmo.”

Citazioni tratte dal romanzo, pubblicate sui miei profili Facebook e Instagram 

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